Perdere uno o più denti può comportare non solo un impatto estetico ma anche problemi funzionali e di masticazione. Per questo motivo spesso si fa ricorso all’impianto dentale, per sostituire i mancanti con delle protesi.
Tuttavia, questa soluzione ha bisogno di una preparazione e non sempre è applicabile, se ad esempio vi è un osso poco adatto ad ospitare l’impianto.
In questi casi, però, è possibile far ricorso alla rigenerazione ossea: una tecnica rivoluzionaria che permette l’installazione di protesi anche quando normalmente non si potrebbe.
Quando non è possibile inserire un impianto dentale
Un impianto dentale è una soluzione formata da una vite da inserire nell’osso, solitamente in titanio per preservare il paziente da eventuali problemi di rigetto, e una protesi in ceramica per sostituire il dente mancante.
Si tratta quindi di uno strumento artificiale, da applicare con un’operazione chirurgica, ed è perciò evidente che possa aver bisogno di alcune preparazioni preliminari per essere utilizzato.
Una di queste è la necessità di avere sufficiente quantità di osso di buona qualità. Questo perché deve essere idoneo a supportare le viti e le corone protesiche, così da riuscire a garantire la stabilità e il successo dell’intervento.
In situazioni in cui il tessuto osseo è compromesso a causa di estrazioni dentali complesse o problemi parodontali, il riassorbimento osseo può presentarsi come un ostacolo importante, che può compromettere l’intera riuscita dell’intervento.
Esistono poi ulteriori situazioni in cui l’impianto non può essere applicato, come ad esempio l’età troppo giovane del paziente o situazioni cliniche particolari. Ciò implica, quindi, la necessità di effettuare un controllo e consultare il proprio odontoiatra per conoscere tutte le soluzioni e alternative possibili.
Come funziona la rigenerazione ossea
La rigenerazione ossea rappresenta un avanzato approccio chirurgico per affrontare situazioni in cui l’osso mascellare o mandibolare è compromesso, spesso a causa di malattie parodontali o estrazioni.
Questa tecnica mira a ripristinare il suo spessore e l’altezza attraverso l’applicazione di miscele di osso sintetico e biologico. Proteggendo l’innesto con una membrana, si evita la rapida crescita delle cellule gengivali, consentendo alle cellule ossee di moltiplicarsi come desiderato.
La rigenerazione ossea può essere necessaria in seguito a problematiche come cisti, neoplasie, osteoporosi o erosione ossea dovuta a protesi mobili.
Le tecniche di innesto variano, includendo membrane riassorbibili e non riassorbibili, a seconda delle specifiche esigenze del paziente. Il decorso post-intervento richiede attenzione all’igiene e la rimozione di pin e membrane avviene dopo 9 mesi.
Questo processo avanzato, sebbene richieda precauzioni post-operatorie, offre quindi notevoli benefici nel ripristinare la funzionalità dentale e la forma anatomica del paziente, con un’operazione generalmente indolore, spesso eseguita con il paziente in anestesia vigile.
In conclusione
Quando gli impianti dentali non sono applicabili, la rigenerazione ossea emerge come una soluzione innovativa per superare le sfide legate alla perdita di denti.
Questa tecnica avanzata, focalizzata sulla ricostruzione dell’osso mascellare o mandibolare compromesso, offre soluzioni personalizzate per pazienti con problemi ossei specifici.
Attraverso tecniche di innesto e l’impiego di membrane, infatti, non solo preserva la funzionalità dentale ma contribuisce anche al ripristino dell’estetica del sorriso.
Con un decorso post-operatorio attento, il processo si dimostra vantaggioso nel lungo termine, offrendo una solida base per interventi successivi come l’inserimento di impianti fissi.
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